2. Magri risultati in 50 anni
I costi diretti, riferiti alle spese per le
terapie
del cancro negli USA relative al 2008, che corrispondono a 62
miliardi di euro, sono aumentati di
circa 100
volte rispetto a quelli di 50 anni fa (nel 1963
ammontavano ad appena 0,78 miliardi di euro), mentre il costo dei generi
alimentari di prima necessità è aumentato solo
da 3 a 4 volte (confrontando alcuni generi alimentari negli USA, dal 1960 ad oggi la
pancetta e’ passata da $0,79/lb a $2,99/lb; le uova da $0,55 a $1,29 la
dozzina; le banane da $0,10/lb a $0,39/lb, l’hamburger da $0,20 a $0,99;
le cipolle da $0,15/lb a $0,59/lb, ecc.).
Durante gli ultimi 50 anni la mortalità da cancro ha registrato una
magra riduzione, appena del 5% ,
mentre per le malattie cardiovascolari
è stata del 64%.
La direzione della ricerca sul cancro deve essere cambiata. Lo
dimostra il fatto che la
riduzione della mortalità da cancro nei paesi industrializzati non
è pressoché diversa da quella dei paesi meno sviluppati che
non hanno a loro carico per il cancro un costo di 500
miliardi di euro all'anno.
La figura di seguito, che
riporta i dati
raccolti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), confermati
dall'American Cancer Society e pubblicati dalla Sanità Americana
(National Institutes of Health-National Cancer Institute)
dimostra che non ci sono vantaggi riferiti ad una maggiore riduzione della
mortalità da cancro per i paesi più industrializzati.
Infatti, questi ultimi, dovrebbero essere collocati in basso nel grafico
tra i paesi dove la mortalità è minore e i paesi meno industrializzati,
che investono meno fondi per fronteggiare il cancro, dovrebbero registrare
una mortalità più elevata e apparire in alto nel grafico. Ciò dimostra
che i soldi attualmente investiti dai paesi piu’ industrializzati per
fronteggiare il cancro non si traducono in vite salvate.
(Clicca
sulla figura per ingrandirla)
Un
articolo apparso sul New
York Times del 23 aprile 2009 riporta:
"la mortalità da cancro, riferita ad una determinata fascia di
popolazione, è diminuita solamente del 5 per cento dal 1950 al 2005. In
contrasto, la mortalità per le malattie cardiache è diminuita del 64 per
cento durante il medesimo periodo e per l'influenza e polmonite si è
ridotta del 58 per cento (vedi figure)
(Clicca sulla figura per
ingrandirla
Grafico
Interattivo
"Miglioramenti
elusivi nel tentativo delle cure del cancro" è il
titolo significativo in cui è specificato che: "Richard M. Nixon ha
annunciato un nuovo obiettivo. Verrà trovata la cura per il
cancro per l'anno 1976. Quando giunse il 1976, la data per
la cura, o per lo meno per un sostanziale miglioramento, è
continuata a slittare. Si è detto che sarebbe stato per il 2000, poi per
il 2015... "
E la data continua a slittare. Infatti, dal 2006
l'Unione internazionale contro il cancro (UICC che unisce
353 organizzazioni contro il cancro di 112 paesi) invita a firmare una
Dichiarazione per raggiungere 11 obiettivi
per ridurre il peso ("burden") globale del cancro per il 2020.
Tuttavia, sul sito web della UICC non si dice a quali strumenti e
strategie si possa ricorrere per raggiungere gli 11 obiettivi. La
presente tabella
comparativa dei progetti di ricerca sul cancro è uno strumento utile per
poter raggiungere gli obiettivi indicati dall'UICC che non
possono non essere condivisi anche dai malati di cancro.
Nell'articolo citato, apparso sul "New York Times" si può
ancora leggere:
"Il Cancro ha sempre costituito una priorità dal costo molto
elevato. Fin da quando è iniziata la lotta contro il cancro, il National
Cancer Institute, il più importante istituto del governo americano per la
ricerca contro il cancro con 4.000 dipendenti, sostiene una spesa annuale
di 105 miliardi di dollari. E altre agenzie governative, università,
ditte farmaceutiche e filantropiche hanno speso per il cancro un numero
imprecisato di altri miliardi di dollari...
Tuttavia, la percezione, propagandata dalla classe
medica e da chi si occupa del marketing e trasferita nel
sentimento popolare, è che il cancro si può quasi sempre prevenire. Nel
caso poi non accada, può generalmente essere curato ed eradicato.
...gli aspetti drammatici del cancro possono essere messi in ombra,
dispersi tra i messaggi positivi delle news diffuse dai media, dai gruppi
di sostegno, dal servizio sanitario ed anche attraverso le etichette dei
prodotti alimentari, degli integratori in pillole, che rivendicano di
poter combattere o prevenire il cancro.
I termini usati sono attentamente studiati e
l'impressione che ne deriva non lascia dubbi ed alimenta speranze:
il cancro si può prevenire se si segue la giusta dieta e si pratica
l'esercizio fisico. Se uno si sottopone a screening frequente il cancro può
essere diagnosticato precocemente e quasi certamente curato. Se poi, per
qualche sfortuna, uno è colpito da un cancro mortale, miracolosamente una
nuova cura (e ce ne sono molte in arrivo) ti può curare o può
trasformare il tuo cancro in una malattia che si può controllare...
Sfortunatamente, molte persone
affette da cancro hanno invece constatato che la realtà non è così
rosea.
Phyllis
Kutt, 61 anni, un'insegnante in pensione a
Cambridge, Massacchutssets, ha creduto alla pubblicità
ed agli annunci del servizio sanitario. Lei pensava che non avrebbe mai
avuto il cancro, in quanto -è vegetariana, svolge attività fisica, non
è sovrappeso, non fuma. E solo due persone in tutta la sua parentela
hanno avuto il cancro.
Ma, nel maggio del 2006, la
mammografia della Signora Kutt ha mostrato una macchia scura. Il radiologo
ha deciso che era insignificante, ma, sei mesi più tardi, il suo medico
di medicina interna le ha trovato una massa della dimensione di una
nocciola al seno, vicino all'ascella. Proprio il punto dove sei mesi prima
era stata evidenziata quella macchia scura dalla mammografia.
"Mi è preso un
colpo" ha esclamato la Signora Kutt. "Com'è possibile che sia
accaduto a me?"...
Il Dott. Leonard Saltz, uno
specialista in cancro al colon al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center,
costantemente ha a che fare con persone che hanno una visione distorta
della realtà. "La
gente troppo spesso viene da noi con l'idea che un nuovo farmaco possa
curare un cancro metastatico" dice il Dott. Saltz
"Spesso
è sorpresa nello scoprire che l'ultimo ritrovato non costituisce una cura
...."
Un motivo di questo
travisamento della realtà, è dovuto ai termini che i ricercatori e le
ditte farmaceutiche spesso usano: "Talvolta accidentalmente, altre
volte deliberatamente, con le migliori intenzioni, oppure no. Fatto sta
che noi dipingiamo una realtà che è esageratamente rosea" dice il
Dott. Saltz.
In qualità di medico che
cerca di essere onesto con i pazienti, il
Dott. Saltz dice che in tutto questo egli vede un tentativo di creare
illusioni attraverso promesse seducenti ("allure of illusions -sedurre
con illusioni ").
"Sarebbe infatti
piuttosto duro e da insensibili dire come effettivamente stanno le cose:
tutto quello che abbiamo è un farmaco che costa 10.000 dollari al mese e
che da’ una sopravvivenza media di uno o due mesì " dice il Dott.
Saltz. "I dettagli sono molto, ma molto duri da gestire..."
In un
articolo successivo del "New York Times"
apparso il 24 aprile 2009 si afferma:
Dati del National Center for
Health Statistics dimostrano che la mortalità, durante gli ultimi 60
anni, si è ridotta drasticamente per le malattie cardiache, infarto,
influenza e polmonite. Ma per il cancro la riduzione è stata del tutto
insignificante.
"Per caso questi dati statistici riferiti alla
mortalità non sono veritieri e nascondono i principali
avanzamenti per via di una loro analisi sbagliata? [Si chiede l'autore
dell'articolo]
No, sostengono i ricercatori.
La mortalità da cancro non sarà
perfetto -nessuna misura lo è. Ma è considerata LA MISURA PIù
PURA. Questa è la ragione per cui diversi gruppi, quali
l'American Cancer Society e il National Cancer Institute, considerano la
mortalità anzichè altri parametri, come ad esempio il numero di persone
affette da cancro, ma ancora in vita per determinare l'avanzamento nella
lotta contro questa malattia...
Il 28
agosto 2009, il New York Times commentava la morte del Senatore Edward M. Kennedy nel modo seguente:
"Come la maggior parte dei pazienti, il Senatore Edward M. Kennedy
rappresenta la frustrazione della Nazione in 40 anni di lotta contro il
cancro.
Il Sig. Kennedy ha supportato
con forza l'idea della lotta contro il cancro, promuovendola per mesi,
prima ancora che il Presidente Richard M. Nixon ne annunciasse l'inizio
nel 1971, chiedendo lo stanziamento di fondi maggiori rispetto a quelli
inizialmente stanziati da Nixon.
E quando l'anno scorso il Sig.
Kennedy scopri’ di essere affetto da un tumore al cervello, divenne uno
dei milioni di pazienti il cui destino non poteva essere cambiato di molto
dalla lotta contro il cancro. Nonostante
i miliardi che sono stati spesi, la mortalità per la maggior parte dei
tipi di cancro, non si è minimamente ridotta ...
Il Sig. Kennedy ha vissuto appena 15 mesi dalla diagnosi
-che costituisce la sopravvivenza media per pazienti con
quel tipo di tumore, che sono stati sottoposti al regime standard di
trattamento di radioterapia e chemioterapia...
La storia della lotta contro
il glioblastoma del Sig. Kennedy è una di quelle in cui, di fronte ad una
realtà disperata non si trova altra possibilità che affidarsi unicamente
alla speranza e perciò il sistema sanitario deve decidere se valga la
pena optare per questo tipo di investimento.
Come è accaduto nella maggior parte dei casi di cancro nella lotta contro
questa malattia negli USA negli ultimi 40 anni, il progresso nel
glioblastoma è avvenuto a passi incrementali. In questi casi particolari
di cancro mortale al cervello, la malattia continua ad essere poco
compresa. Ed anche se molti pazienti come il Sig. Kennedy si sono rivolti
a Duke University medical Center in cerca di cure all'avanguardia, le
opzioni disponibili in grado di ottenere dei risultati sono alquanto
limitate.
Tuttavia i costi sono elevati. La stima del costo totale,
comprensiva del ricorso ad esperti e a diversi centri sanitari, varia dai
100.000 ai 500.000 dollari ."
La prova che l'affermazione "sedurre
con illusioni" del Dott. Saltz riportata sul
"New York Times" del 23 aprile 2009 è veritiera
è dovuta al fatto che, se fosse vero che la ricerca ha trovato una
soluzione spendendo 300 miliardi di dollari da quando Nixon aveva
dichiarato guerra al cancro nel 1971, le persone di spicco (ricchi industriali, politici
potenti, attori, ecc., alcuni
dei quali sono elencati a questo link), avrebbero avuto accesso alle
cure a prescindere da qualsiasi costo .
Il problema è che, anch'essi, come tutti gli altri, non
hanno sconfitto la malattia per mancanza di uno strumento valido per la
diagnosi precoce del cancro . Infatti, come dimostrano i
dati sperimentali, al momento, la diagnosi precoce costituisce l'unico
mezzo efficace per salvare la vita dal 90% al 98% dei casi e pertanto
sarebbe necessario promuovere le soluzioni tecnologiche finalizzate alla
diagnosi precoce.
I dati
riportati nella presente tabella comparativa dei progetti di ricerca sul
cancro dimostrano che da tanti anni esiste una soluzione tecnologica
finalizzata alla diagnosi precoce del cancro che però, in diverse
occasioni, è stata ostacolata dai responsabili del settore che invece
avrebbero dovuto promuoverla.
Clifton
Leaf nell'articolo di FORTUNE
Magazine del 22 marzo 2004, definisce il CANCRO il nemico pubblico No.
1 (Vedi la
figura in basso che illustra come la mortalità da cancro non sia
praticamente ridotta, mentre i decessi per le malattie cardiache sono
stati ridotti a un terzo durante gli ultimi 50 anni).
(Clicca
qui per infrandire la figura)
L'articolo di FORTUNE Magazine riporta: "...uno
sguardo ai numeri dei quattro grandi killer -il cancro al polmone, al
colon e al retto, al seno e alla prostata - rivela che i progressi non
sono così rilevanti come si potrebbe pensare. Grazie alla diagnosi
precoce ed alle terapie un maggior numero di pazienti riesce a vivere più
a lungo.
Una volta che il cancro si è esteso,tuttavia, le possibilità di
sopravvivenza sono oggi di poco superiori rispetto a quelle di trenta anni
fa...
A partire dal
1971, gli americani, complessivamente, hanno speso, attraverso tasse,
donazioni e R&D private, quasi 200 miliardi di dollari, considerando
il tasso di inflazione. Quali vantaggi abbiamo avuto finora da questo
investimento?
Va da sé che il
denaro ci ha procurato un'enorme quantità di informazioni, come dice
Varmus [se sono stati spesi $200
miliardi fino al 2003, ora la spesa si aggira sui $300 miliardi
dal momento che l'articolo riporta la spesa annuale di $14,4 miliardi solo
per il 2003, cifra che è così suddivisa: $4,7 miliardi spesi dal
National Cancer institute, $1,9 miliardi in totale ricevuti da altre fonti
governative, $1 miliardo dalle maggiori organizzazioni caritatevoli, $0,8
miliardi dai centri di cura per il cancro e $6 miliardi dagli R&D
delle ditte farmaceutiche]...
Secondo il PubMed,
il database on line del NCI, la comunità di ricerca
sul cancro ha pubblicato 1.56 milioni -proprio 1.56 milioni!
- di documenti su questo argomento su centinaia di riviste negli anni.
Molti risultati sono presentati negli oltre 100 congressi, simposi e
convention internazionali che si tengono ogni anno.
Tuttavia, lungo il percorso si è perso qualcosa di importante. La ricerca
della conoscenza è diventata fine a se stessa piuttosto che uno strumento
finalizzato ad altro.
La ricerca si è ridotta ad ambiti sempre più ristretti così che i
medici e gli scienziati che vogliono prendere in considerazione il cancro
nel suo complesso e l'organismo nel suo insieme -o che potrebbero avere
approcci completamente nuovi- spesso non riescono a trovare i
finanziamenti.
Prendiamo ad esempio il meccanismo principale di finanziamento del NCI, la
sovvenzione RO1. Le sovvenzioni sono generose
poiché nel 2003 hanno distribuito ad ogni progetto 338.000 dollari
.
"Gli incentivi non sono in linea con gli
scopi", dice Leonard Zwelling, vicepresidente dell'ente di ricerca al
M.D.Anderson ,...
Anche Jean Pierre
Issa, un collega di Zwelling che studia le leucemie, è frustrato dalla
mentalità corrente.
Tuttavia, ammette, il richiamo del sistema, è ancora forte. "Prendi
uno studio in cui modifichi un gene appena appena ed ottieni risultati
rilevanti sul cancro di un topo; quel documento viene pubblicato su Science, su Nature e sulle
riviste più famose. è questo che ti dà una buona reputazione che, a sua
volta, ti procura sovvenzioni", dice.
Se apriamo una qualsiasi rivista importante vediamo che per l'80% parla di
topi o drosofile [insetti della frutta] o nematoidi [vermi]. Quando vi
troveremo gli studi sull'uomo?" Sempre secondo il database di PubMed,
sono
stati ben 155.855 gli studi sperimentali sui topi
pubblicati dai ricercatori. Indovinate quanti di questi sono stati utili
per individuare una qualche cura contro il cancro? Pochi, veramente pochi.
Vishva Dixit, Vicepresidente per la ricerca in oncologia molecolare al
Genentech a San Francisco, è ancora più disgustato dal fatto che "
il 99 % dei ricercatori nell'industria e nell'accademia, usino gli
xenotrapianti".
Perché
il modello del topo è stato usato così massicciamente? Semplice.
"Si manipola con facilità" spiega Dixit "e si può
accertare la dimensione del tumore solo guardandolo".
Sebbene
le industrie farmaceutiche sappiano chiaramente dell'esistenza del
problema, non l'hanno ancora risolto. "E farebbero meglio a farlo,
" dice Weinberg, " dato che le case farmaceutiche sprecano
centinaia di milioni di dollari l'anno con l'uso di questi modelli."
...è emozionante vedere un tumore che si riduce in un
topo o in un uomo e sapere che la causa di questo è un farmaco
. Un tumore che si restringe è intuitivamente un buon segno. Quindi non
sorprende che la riduzione sia uno degli obiettivi nella maggior parte
degli esperimenti clinici. E non è poco perché è un risultato misurabile:
possiamo vederlo. (Quando si legge la parola 'risposta’ in un articolo
di giornale che parla di qualche nuovo farmaco rivoluzionario, si sta
praticamente parlando del restringimento del tumore).
Ma come il topo, la regressione del tumore da sola
è in realtà una predizione ingannevole per quanto riguarda la
progressione della malattia. Gli oncologi possono spesso
ridurre un tumore con la chemio e la radioterapia e questo a volte rende
più facile la rimozione chirurgica. Nel caso in cui l'intervento non sia
possibile, può fare ancora guadagnare un po’ di tempo. Tuttavia, se i medici non
rimuovono tutte le cellule malate, la triste verità è che la regressione
non aumenta le possibilità di sopravvivenza del malato .
Questo perché,
quando la maggior parte dei tumori maligni sono diagnosticati, essi sono
generalmente già abbastanza grandi, diciamo della dimensione di un acino
d'uva con una massa tumorale di più di un miliardo di cellule. Quando la
malattia si rivela, la probabilità che alcune di quelle cellule si siano
già distaccate dal tumore iniziale e si siano insediate in un'altra parte
del corpo è molto alta. Parliamo di metastasi.
La maggior parte
di queste cellule non sopravviverà in un altro tessuto o in un altro
organo: una cellula metastatica affronta una lotta molto dura per la
sopravvivenza quando entra nel turbine del circolo ematico. Ma il processo
è iniziato - e con un miliardo di cellule che si dividono, un numero
sempre crescente di metastasi cercherà di compiere il percorso.
Inevitabilmente qualcuna avrà successo.
In conclusione, non sono i tumori localizzati che
uccidono le persone; è il processo di metastasi - incredibilmente nel 90%
delle volte . Le cellule aggressive si diffondono nelle
ossa, nel fegato, nei polmoni, nel cervello o in altre aree vitali
provocando distruzione. Così si potrebbe pensare che i ricercatori si
siano impegnati a fondo nello studio di questo insidioso fenomeno per
anni, per tentare di capire gli intricati meccanismi dell'invasione.
Niente affatto.
Secondo un'indagine portata avanti da FORTUNE sulle sovvenzioni del NCI a
partire dal 1972, meno dello 0,5% delle proposte di studio si
focalizzavano principalmente sulla metastasi - nel tentativo di capire,
per esempio, il suo ruolo in un cancro specifico (seno, prostata) o solo
il processo in sé. Su quasi 8.900 richieste di finanziamento accolte dal
NCI lo scorso anno, il 92% non menzionava nemmeno la parola metastasi...
Così le case
farmaceutiche, ed è quasi scontato, non si concentrano sulla soluzione
del problema della metastasi (ciò che uccide le persone), ma puntano
sull'elaborazione di farmaci che riducano i tumori (che non uccidono)...
"Ci
mancano buone idee che possano funzionare" conviene Bruce Johnson, un
oncologo del Dana - Farber che conduce la ricerca sul cancro al polmone
per istituzioni associate all'Harvard Medical School, un gruppo imponente
che comprende il Massachusetts General Hospital, il Brigham and Women's
Cancer Centre, e altri.
Questa
è anche la deprimente conclusione di uno studio molto importante
pubblicato lo scorso agosto nel British Medical Journal. Due
farmacologi italiani [Garattini e Bertelè] hanno analizzato pazientemente
i risultati di dodici nuovi farmaci anticancro approvati per il mercato
Europeo tra il 1995 ed il 2000, e li hanno confrontati con i trattamenti
tradizionali. I ricercatori non hanno trovato nessuna sostanziale
differenza: la sopravvivenza non era aumentata, la qualità della vita non
era migliorata, la mortalità non era diminuita con nessuno dei nuovi
farmaci. In compenso erano tutti di gran lunga più costosi delle vecchie
medicine. In un caso il prezzo era aumentato addirittura di 350 volte...
L'Avastin
fu aggiunto al regime standard della chemioterapia, la combinazione riuscì
ad allungare la vita di circa 400 pazienti con un tumore colorettale
terminale mediamente di 4.7 mesi. (Una prima sperimentazione del farmaco
su pazienti con cancro al seno fallì). Gli oncologi considerano il
risultato molto positivo, se si pensa che i pazienti in stadi avanzati
della malattia vivono meno di 16 mesi.
E
l'Erbitux? Sebbene in verità i tumori si riducessero, non è stato
dimostrato che prolunghi effettivamente la vita dei pazienti. Alcuni
certamente hanno vissuto meglio grazie a questo farmaco, ma la
sopravvivenza media dei gruppi studiati non cambiò! Tuttavia, l'Erbitux
ebbe l'approvazione per essere soprattutto usato nella terapia di
"terza linea", dopo che ogni altro trattamento riconosciuto
aveva fallito. Una dose settimanale costa 2400$.
Ci sono voluti
parecchi anni, migliaia di pazienti nelle tre fasi della sperimentazione,
tonnellate di dati, e spese enormi per scoprire ciò che i medici e i
ricercatori sapevano già all'inizio della sperimentazione sull'uomo.
Nessun farmaco salverà più di una manciata dei
57.000 pazienti che moriranno di cancro colorettale quest'anno...
Michael Sporn,
professore di farmacia e medicina alla Dartmouth Medical School, spende
solo due parole a questo riguardo: "assoluto nonsenso" prosegue:
" Siamo legati a questa
definizione di cancro dal 1890. Già alla scuola di medicina mi
insegnarono che non si può parlare di cancro finché non c'è invasione,
che è come dire che il granaio non va a fuoco finché non si levano dal
tetto alte fiamme rosse"...
Aggiunge Sporn:"Tutte queste persone, che sono
ossessionate dalle cure - e la cura miracolosa ancora ci sfugge - stanno
diventando (odio utilizzare questa parola ma consideratela in modo
pragmatico) egoiste nel loro ignorare che cosa si potrebbe fare in termini
di prevenzione ".
La cosa
sorprendente di questa teoria, al di là della sua ovvietà, è che
possiamo iniziare ad applicarla da adesso. I cambiamenti nelle cellule
pre-cancerogene indicano la progressione di diversi tipi di tumori solidi
- molti di questi cambiamenti sono relativamente facili da trovare ed
eliminare- ed altri sono potenzialmente reversibili con i medicinali
presenti sul mercato ed altri tipi di trattamenti.
Un esempio perfetto è il Pap Test,
che individua i cambiamenti pre-maligni nelle cellule della cervice.
Questa semplice procedura, seguita dall'asportazione chirurgica di ogni
lesione, ha
abbassato l'incidenza e gli indici di mortalità per cancro della cervice
del 78 - 79% , dal momento in cui questa pratica prese
l'avvio negli anni '50.
Nei paesi in cui non si eseguono i Pap Test, il cancro della cervice è la
prima causa di morte delle donne...
Con i farmaci
attuali, il cancro ovarico al primo
stadio è curabile in più del 90% dei casi; l'ultimo
stadio è mortale al 75%. Anche i risultati su un test
proteico riguardanti il cancro al pancreas promettono bene, dice Lotta
(Direttore della patologia all'NCI).
...Ma questo, ahimé,
non è un impegno da un milione di dollari. è un impegno da un miliardo
di dollari. La nazione sta già investendo
miliardi nella ricerca senza contare i 64 miliardi di dollari che
spendiamo ogni anno per le cure [Questa era la cifra
riferita al 2003, che è diventata 93 miliardi di dollari nel 2008 e
continua ad aumentare in modo esponenziale fornendo pochissimi risultati
nella riduzione della mortalità prematura da cancro].
"La
verità sul CANCRO: Non provare a curarlo, semplicemente Scoprilo!"
riportava sulla copertina della rivista WIRED Magazine del 22 dicembre
2008.
(Clicca
sulla figura per ingrandirla)
L'articolo di WIRED Magazine riporta dati e
argomentazioni valide a sostegno della diagnosi precoce del cancro.
Il discorso si articola intorno alla figura di seguito riportata che
illustra l'indice di 5 anni di sopravvivenza a stadi diversi di quattro
tipi di cancro tra i più rilevanti: cancro al polmone, alla prostata,
alle ovaie e al pancreas.
La didascalia
della figura è significativa: "L'enigma
della diagnosi precoce: Più di 140 milioni di americani saranno toccati
dal cancro in qualche momento della loro vita. Se lo scopri precocemente,
la sopravvivenza è molto alta. Se lo scopri tardivamente è molto più
probabile che sia fatale ."
L'argomento viene
successivamente approfondito con l'esempio del cancro alle ovaie: "Il
cancro alle ovaie è classificato in stadi. Allo stadio I, quando la
malattia è limitata alle ovaie, è precoce. Allo stadio II il cancro può
essere esteso alle tube di Falloppia o ad altre aree della zona pelvica.
Quando giunge allo stadio III è già migrato nell'addome o nei nodi
linfatici. Ed allo Stadio IV, la malattia maligna si è estesa nel corpo,
o metastatizzata nei principali organi, come il fegato o l'utero. I primi
tre stadi sono ulteriormente suddivisi in livelli: A, B e C.
Per i tumori alle ovaie diagnosticati allo stadio I o II,
l'indice di sopravvivenza a 10 anni dalla diagnosi è molto elevato e
perciò rassicurante -circa il 90 per cento - perchè il
trattamento è chiaro: intervento chirurgico, in qualche caso seguito da
basse dosi di radiazione.
Ma l'indice di sopravvivenza diminuisce rapidamente quando la diagnosi si
sposta allo stadio III o IV, quando il
cancro è ben insediato e diffuso nel corpo del paziente. In questi casi l'indice
di sopravvivenza precipita al 20 per cento e poi al 10 per cento.
Sfortunatamente, più dei due terzi dei cancri alle ovaie non sono
scoperti finchè non raggiungono gli stadi più avanzati...
L'indice di sopravvivenza di molti tipi di cancro
è simile alla una curva di un precipizio , come quella
definita dal cancro maligno alle ovaie.
Se si scopre precocemente, grazie ad un sintomo precoce, come un vago
gonfiore evidenziato dai raggi-x, grazie alla diagnosi precoce la
probabilità di sopravvivenza è del 90 per cento. Il trattamento che ne
segue -intervento chirurgico tipicamente è a basso rischio.
Ma se si scopre tardivamente, dopo che il tumore si è metastatizzato, il
trattamento richiede la somministrazione di sostanze tossiche chemio e
dosi brutali di radiazione. E in questo caso la prognosi è negativa, come
dimostrato dall'esperienza.
Questa realtà dovrebbe sostenere la necessità di
spostare le risorse della ricerca verso la soluzione che fornisce una
sopravvivenza del 90 per cento dei pazienti rispetto a quella del 10 o 20
per cento .
[Tuttavia, dal momento che non è disponibile uno strumento per la
diagnosi precoce efficace,] esistono tanti ipotetici pazienti. Il cancro
può già essere presente, ma dal momento che non è stato
diagnosticato, dal punto di vista pratico non esiste.
Invece pazienti con il cancro completamente
sviluppato sono reali . Essi sono i nostri padri, le
nostre madri, i nostri bambini e amici. Essi sono li, di fronte a noi.
Questi sono i 566.000 americani che moriranno di cancro quest'anno.
Gli Stati Uniti spendono miliardi di dollari per
salvare questi pazienti diagnosticati ad uno stadio avanzato, cercando di
escogitare farmaci e trattamenti chemioterapici migliori che possano
stroncare il cancro quando è già molto forte . Questo
approccio mirato alla cura ha dominato la ricerca da quando Richard Nixon
ha dichiarato guerra a questa malattia nel 1971. Ma ha prodotto magri
risultati.
La mortalità
globale per cancro negli Stati Uniti è diminuita di uno scarso 8 per
cento dal 1975 [le fonti ufficiali ed il New York Times del 24 aprile 2009
indicano una diminuzione del 5%]. (La mortalità per le malattie cardiache
in confronto è diminuita del 60% nel medesimo periodo [64% secondo fonti
ufficiali e il New York Times del 24 aprile 2009]).
Siamo così concentrati nel cercare di salvare i
566.000 che ignoriamo la cifra molto più elevata fornita dalla statistica
dall'altro lato della curva della sopravvivenza: a più di un terzo di
tutti gli americani -cioè a circa 120 milioni di persone-
sarà diagnosticato il cancro in qualche momento della loro vita. La loro
malattia può essere invisibile ora, ma è già presente. E questo fatto
costituisce una grande opportunità purtroppo non ancora sfruttata. Se
si scoprirà e curerà il cancro precocemente, quella cifra di 566.000
diminuirà.
Le tecnologie
mediche convenzionali -esami del sangue, raggi X, Risonanza Magnetica-
possono servire per un avvicinamento alla diagnosi precoce, ma la
soluzione che essi offrono è ancora incompleta e oscura. Senza una
soluzione che possa identificare la malattia precocemente, che possa
rilevare la prima scintilla, la cura continuerà ad essere l'unica
risorsa.
Quando
diagnostichiamo il cancro precocemente, abbiamo la possibilità di
eradicarlo. Infatti, la maggior parte dei magri
miglioramenti nella mortalità da cancro negli ultimi 30 anni è da
attribuire non a nuove chemioterapie o a cure, ma alla diagnosi precoce.
La mortalità per
cancro alla pelle, che è il più semplice da diagnosticare e curare, è
scesa del 10 per cento. Da quando, dal 1950, il PAP test -un semplice
esame di prelievo con striscio della cervice per individuare cellule
precancerose e cancerose- è diventato un esame di routine negli stati
Uniti, la mortalità dovuta al cancro alla cervice è scesa del 67 per
cento.
Nonostante sia stata provata l'efficacia di questo
modello, la diagnosi precoce continua ad essere marginale nella ricerca
contro il cancro. Le industrie farmaceutiche spendono circa 8 miliardi di
dollari annualmente nella ricerca contro il cancro, la
maggior parte indirizzata verso lo sviluppo di farmaci per trattamenti in
stadio avanzato.
Le principali
fondazioni spendono profusamente nella ricerca per la cura: Susan G. Komen
Breast cancer Foundation nel 2007 ha speso 180 milioni di dollari; Michael
Millken Prostate Cancer Foundation ha speso 14 milioni annualmente
perseguendo la cura del cancro alla prostata. Nel 2007 il National Cancer
Institute ha speso solo l'8 per cento del suo budget 2007, meno di 400
milioni di dollari nella diagnosi e ricerca nella diagnosi...
Le sfide che si
lanciano intorno alla diagnosi precoce riflettono la grande mancanza di
collegamento tra come vorremmo che funzionasse la medicina e come in realtà
essa funziona. Quando andiamo dal medico, noi ci aspettiamo una diagnosi
definitiva, un vero verdetto di ciò che non funziona. Ci aspettiamo una
chiara prognosi- la predizione, da parte di un esperto, di quello che
succederà.
Ma il fatto è che, indipendentemente da quanto sia brillante il vostro
medico, tutto questo si riduce sempre ad una supposizione (ipotesi).
Noi vogliamo che la medicina sia deterministica, che segua chiare leggi e
meccanismi. Ma in realtà è quasi sempre probabilistica, più calcoli che
profezia. Non c'è certezza in medicina. La diagnosi precoce , che è
approfondimento in probabilità, predizione e statistica, semplicemente
rende questi calcoli in modo più trasparente di quanto siamo abituati ad
avere...
Per una malattia
come il cancro, molto spesso vista come una sentenza di morte, la diagnosi
precoce promette una contropartita. Inizialmente rende il tutto più
complicato. Introduce più dubbi e complessità in una equazione già
complicata.
Ma alla fine, la diagnosi precoce assicura
che questi dubbi possono essere quantificati, che queste variabili possono
essere determinate, analizzate, trasformate in decisioni per la nostra
salute. La diagnosi precoce fa si’ che da questi calcoli, per quanto
possano sembrare complicati e ambigui, si ottengano dei risultati migliori
per i pazienti e per le loro famiglie.”
Quest'anno
dal 2 al 4 febbraio 2010 si è tenuto al CERN (Centro Europeo di Fisica
per le Particelle) il primo Workshop Internazionale sulla Fisica al
servizio della Sanità dal titolo: FISICA
PER LA SANITà: L'Europa sta per intraprendere un nuovo percorso che
prevede l'uso di strumenti della fisica finalizzati allo sviluppo di
tecniche diagnostiche e nuove terapie per il cancro .
La chiave per trovare la risposta a tutte le domande, perplessità,
incongruenze, contraddizioni,
sollevate nei sopracitati articoli di FORTUNE Magazine, del New York Times
e di WIRED è stata fornita dal Direttore Generale del
laboratorio di ricerca più prestigioso del mondo che ha
messo in funzione da poco l‘acceleratore di particelle LHC che è
costato oltre 8 miliardi di euro.
Si tratta del
Direttore Generale del CERN, Rolf Heuer,
che, durante il discorso di apertura del workshop, che ha visto la
partecipazione di numerosi scienziati, fisici, medici e operatori del
servizio sanitario, ha
affermato la necessità di implementare il DIALOGO.
Di seguito si
riportano le testuali parole del suo discorso: ...per me la cosa principale è
IL DIALOGO tra la Fisica e la Sanità. Noi dobbiamo conoscere le necessità
da un lato e che cosa può fornire la tecnologia dall'altro lato
.
Noi dobbiamo capire il problema da un lato e dobbiamo capire i limiti
dall'altro lato. Quindi IL DIALOGO è ciò che
mi aspetto da questo workshop. Voi dovete capire uno il linguaggio
dell'altro, questa è già la prima barriera che deve essere superata.
Quindi ciò che mi aspetto da voi [oltre 500 fisici, medici e operatori
nel settore della sanità che hanno partecipato al workshop] è che
prendiate l'opportunità di intensificare il DIALOGO
tra la Fisica e la Sanità, tra le necessità, la tecnologia, ecc, e che
voi guardiate verso il progresso. Che cosa voglio da questo workshop è
facile da dire, ma vorrei che avvenisse un confronto di idee qui...
Nel mio discorso di chiusura, ... vorrei dire che voi [al termine del
workshop] siete riusciti a definire un percorso, [a stabilire] che cosa
fare il prossimo anno, che cosa affrontare nel prossimo progetto, quale
tecnologia...,
COME CONTINUARE IL DIALOGO .
Questo io penso sarebbe un grande successo, se voi riusciste a definire un
percorso su come muoversi dalla Fisica alla Medicina che è il compito che
voglio assegnare a questo workshop. Quindi, sarò desideroso di vedere che
cosa sarete riusciti a concludere in questi due giorni” (vedere la videoregistrazione
del discorso di apertura di Heuer )
Se tutte le parti,
con coerenza realizzassero il DIALOGO
richiesto dal Direttore del CERN, non solo si potrebbero
chiarire tutte le incoerenze e contraddizioni elencate sopra, ma tale
DIALOGO, riferito anche alla presente tabella
che permette di mettere a confronto i progetti che offrono le maggiori
potenzialità di riduzione della mortalità da cancro e dei costi,
potrebbe costituire lo strumento in grado di trovare la soluzione del
problema del cancro.
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